Esilarante e intelligente: due aggettivi che è raro trovare insieme, specie se li si applica ai programmi televisivi. Ieri sera però il miracolo è accaduto nel corso di uno zapping, con la scoperta di “Grazie al cielo sei qui”. Varietà fondato sull’improvvisazione, è riuscito ad inchiodarmi davanti allo schermo e a farmi ridere (altre due cose che raramente vanno di pari passo): merito del “bravo presentatore”, della sorprendente giuria tecnica, ma soprattutto delle capacità, dell’autoironia, del coraggio di mettersi in gioco per cinque brevi, lunghissimi minuti dei partecipanti, reclutati tra professionisti e non. Certo, questo format straniero è la classica scoperta dell’acqua calda: sin dai tempi della commedia dell’arte passando per Shakespeare fino a Totò gli attori hanno messo alla prova le proprie doti e deliziato il pubblico improvvisando su striminziti canovacci; ma in tempi televisivi di risate finte e lacrime vere, queste “pillole” di instant-comedy hanno un gusto davvero rinfrescante.
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