Ridurre il “Mister Big” nazionale (per me, anche regionale) a micro-icona ammiccante da bordo schermo, comprimerlo in 10-15?20?? secondi musicati da uno degli hit della disco anni 70, evitare rimandi troppo espliciti ma far leva sugli echi degli spot precedenti: chapeau agli autori del nuovo, ristretto, amidaceo spot tv!
E un buuuh! tardivo a quelli che invece, una decina di anni fa, invasero l’Italia con dei tremendi 6×3 in cui un’altra bionda, dentuta testimonial evocava le prerogative sexy dello stesso prodotto.
(Colonna sonora consigliata per la lettura di questo post: mancoaddirlo, questa.)
21 ottobre 2009 alle 12:11 PM |
Come potersi meravigliare delle vanterie dell’iperitaliota, rialzato, rinfoltito e rinvigorito? Come dicevano i manifestoni con dentona, la patata è la patata. Meglio il Rocco nazionale, allora, più diretto, esplicito e, in fondo, (auto)ironico. Meglio anche delle pretese di riservato dominio su un nomignolo brevettato.
P.S. Curioso che del Rocco nazionale si sappia ben altro e si ignorino, generalmente, i natali. Grazie.
21 ottobre 2009 alle 2:18 PM |
Prego, non c’è di che. L’ortonese Tano batte il milanese nano su tutti i fronti, non ultimo quello dell’autoironia :-)