– Finalmente ce l’hai fatta! Bel giocattolino, complimenti, con tutte le sue cosine a posto…
– Grazie… veramente qualcosa manca: non so ancora come chiamarla.
– E mettigli il nome della tua amica, no?
– Elena?? Sei fuori! Poi mia moglie chi la sente?
– Allora chiamala Giovanna, e buonanotte!
– No, una Giovanna già me la devo sopportare tutti i giorni… voglio qualcosa di originale, astratto… allegro!
– E’ una parola! Se eliminiamo i vari Nettuno, Re dei Mari e compagnia navigante, cosa resta?
– Appunto. Lasciamo perdere per un po’: le idee migliori vengono quando non ci si pensa!
– Allora, vediamo un po’ questa lista della spesa.
– Spaghetti, olio extravergine d’oliva, conserva di pomodoro, Montepulciano… ma qui c’è solo roba da mangiare! E per pulire?
– Olio di gomito, caro il mio novello nostromo!
– Vabbè, ma almeno un detersivo per i piatti…
– Che fai, mi diventi una casalinga disperata? Allora comprati pure un CIF: anche i fornelli si sporcano!
– …hai detto CIF?!?
26 ottobre 2009 alle 11:23 am |
Non mi sarai mica scivolata su un CIF? Vabbè che il teramano non ti ispira, ma si da il caso che:
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http://www.portodeipiceni.it/testi/al002.htm
Ciffe-ciaffe (zona interna teramano): spezzatino di maiale, in origine fatto con piccole strisce grasse preparate in occasione dell’uccisione del porco.
http://www.faldus.it/ciffe%20e%20ciaffe%20n.htm
CIFFE E CIAFFE
(TERMINE ONOMATOPEICO PER INDICARE LA CARNE CHE FRIGGE)
INGREDIENTI
(per 4 persone)
800 grammi di carne di maiale magro;
3 spicchi d’aglio;
2 foglie d’alloro;
1 peperoncino rosso;
olio extra vergine d’oliva;
sale.
VINO CONSIGLIATO:
Montepulciano d’Abruzzo
Controguerra Cabernet
PREPARAZIONE
Tagliate anzitutto la carne di maiale a dadini.
Versate quindi dell’olio in un tegame, possibilmente di coccio, scaldatelo e fatevi rosolare la carne con il peperoncino spezzato. Poi incoperchiate e, quando il liquido uscito dalla carne si è asciugato quasi del tutto, aggiungete le foglie di alloro e gli spicchi d’aglio non sbucciati, salate e portate a termine la cottura a fuoco moderato, mantenendo il tegame incoperchiato.
Nel corso della cottura rigirate abbastanza spesso con una paletta di legno e infine servite ben caldo.
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Poi, "ciaffe", almeno nell'ascolano, può stare anche a indicare cosa o persona che vale poco e niente.
Comunque sia, tutto concorre nel confermare che voi pescaresi siete proprio creativi ;-)
26 ottobre 2009 alle 3:26 PM |
Conoscevo il piatto teramano ma non l’interpretazione ascolana… a quanto pare la casalinga disperata che è in me ha avuto la meglio sulla carnivoro-dialettovora! Grazie :-)