In un’antica pubblicità dell’antica SIP (non sono riuscita a trovarla in rete, ma la sua parodia sì) una voce impostata recitava uno slogan insopportabilmente solenne per noi ragazzini, che infatti avevamo subito sostituito la parola “voce” con “croce”: a significare l’infinita rottura di scatole determinata dallo squillare dell’oggetto in questione.
Da allora, molte voci sono passate sotto i ponti (mobili); la maggioranza è rimasta impigliata negli sms, comode scorciatoie per farsi vivi senza farsi sentire: passi per chi dovrebbe chiamarti dall’estero, ma soprattutto nel giorno del proprio compleanno, ricevere un prolisso, roboante, esagerato sms in luogo di una semplice difficile telefonata con tutte le titubanze, le sfumature, le incertezze del caso equivale a sentirsi dire Ti ho pensato, ma… sai cosa? Non mi va di sprecare neanche due minuti per dirtelo a voce.
13 ottobre 2010 alle 2:23 PM |
Vero. Un ulteriore sintomo di “degrado” è il ms privato su facebook (gratis), ancora con una parvenza di attenzione al rapporto con la persona, oppure addirittura sbattutto in bacheca. Una forma di “narcisismo relazionale” davvero triste…