Poesia di autrice sconosciuta, appena ricevuta da una preziosa amica “storica”: di quelle che vi conoscete a vent’anni e negli anni riuscite miracolosamente a non perdervi, malgré la vie…
Com’eravamo stupide noi, a vent’anni indossavamo pesanti camicioni di lino,
allungavamo setosi i capelli a coprire volti freschi e lucenti;
com’eravamo stupide noi a vent’anni, con i nostri pensieri silenziosi,
raccoglievamo conchiglie perdute in tasche bucate,
allungavamo il passo lontano da spiagge affollate;
com’eravamo stupide noi a vent’anni sul molo,
gloriose, solitarie,
e vecchie,
così… stupide, sfruttate dal vento.