Archive for the ‘invidia del copy’ Category

Prodotti col sorriso? Merito (anche) del copy

24 febbraio 2016

L’ultimo post di Ideawriter, irretito dallo smoothie col berrettino di lana, ha confermato una sensazione che avvertivo già da tempo, espressa alfine dalla seguente domanda: “Ma i pubblicitari, i copy di oggi: ce ne sono ancora di capaci di far sorridere, nel senso buono e intelligente del termine? Intendo, senza facili cinismi e prese per il culo?”
Credo proprio di sì. Specie quelli che si impegnano nella difficile ma stimolante arte del naming, del payoff e che addirittura scrivono body copy da appiccicare su etichette e packaging di prodotto. Esistono!, esiste ancora qualcuno che lo fa! E che lo fa bene, cosa che mi riempie di allegra invidia.
Tre esempi in ordine sparso:

Ciak, la mia irrinunciabile agenda giornaliera ormai da anni: impagabile il suo payoff Everybody Notes!, puntigliosa senza essere noiosa la sua storia nel leaflet che l’accompagna — e che, ahimé, non riesco a buttare via, aumentando così inesorabilmente il livello di entropia della mia scrivania.
Melileggi?, ovvero le finte pappe libresche della Biblioteca San Giorgio di Pistoia, segnalate oggi da “Il Libraio”. Incantata dall’idea e dalla sua realizzazione, nonché da naming e bodycopy curatissimi.
ZeroTubo, la geniale carta igienica a marchio Coop che qualche giorno fa mi ha “chiamata” dallo scaffale, inchiodandomi con poche, precise, simpatiche parole.

Ma quanto devono essersi divertiti i loro copywriter? Chapeau e sorrisi a voi, sconosciuti colleghi.

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Me parlare verybello un giorno (e David Sedaris non c’entra una mazza)

26 gennaio 2015

Me parlare verybello un giorno (e David Sedaris non c'entra una mazza).

Condivido l’Ideawriter, con un amarcord angloitaliota “very funny”:

Vezzeggiativi ferini

7 dicembre 2013

Dal pilastro centrale del Ponte del Mare, Tigrotto si dichiara a Cinghialotta.

da Tigrotto a Cinghialotta

Copywriting is Not Dead

12 marzo 2013

Image

Facciamo festa

17 marzo 2011

Tutto il (doppio) senso di questo nostro 150esimo compleanno, in un cartello fotografato a Carnevale.

Art & Copy

15 novembre 2010

A film “about the innate human urge to express oneself creatively”: makes me feel the urge to see it immediately!
(Thanks to Andrea for the tip)

Brainstorming sul Sofà

20 ottobre 2010

Ora dell’aperitivo in location romana. Coppia creativa agée discute dell’ultimo brief…

A (art): Bbbòno ‘sto Campari, a’ ricciolì! Magari me fa’ vvenì nn’idea p’aaa nuova campagna co’ ‘a Ferilli…
C (copy): Seeeeh, figùrate! “Nuova” e “Ferilli” nsò mmica ddù parole che possono stà assieme… oramai c’ha n’età, la Sabri, eh!
A: Eeeh tu sempre co’ ‘sti sofismi! Te lo vòi capì che dovemo farce venì nn’idea? E ppure alla sverta, se no er bonus quest’anno… te saluto!!!
C: E’ ggià tanto se tra ‘na ripresa e l’artra riusciamo a salutalla, ‘a Ferilla…
A: Allora pure a tte tte piace, eh? Vecchio trapano…!
C: Che c’entra, sarà pure un po’ annàta, ma bbona è sempre bbona…
A: ‘nzomma, tu me stai a ddì che, alla bisogna… un sacrificio lo faresti?
C: Ahò, me conosci: quando mai me sò ttirato ‘ndietro! Se se deve fà, se deve fà…
A: ‘nzomma ammettilo na bbona vorta: ‘a Ferillona, tu, tte ‘a vòj fà!
C: M’ha vojo fà… mò esaggeri! Dico piuttosto: “Beato chi s’aa fà”!
A: Bbeato chi s’aa fa, sì!
C: Bbbeato chi… s’oo fà!!!
A: …cazzo stai a ddì?!
C: Ahò, ma sei de coccio? In due minuti due, t’ho fatto ‘a nuova campagna, t’ho fatto: BEATO CHI S’OO FA’!!
A: S’oo fà COSA?
C: Er sofà! Posa n’attimo ‘sto Campari, ascòrtame ‘na bbona vorta e dimme tu se nun sòna bbene: BEATO CHI S’OO FA’, IL SOFA’!!!
A: … Aaaah, ecco, mo’ ho capito: tu vòj dì ar conzumatore medio che farse, cioè: accattàrse, er sofà de Portrone Sofà è quasi come farse ‘a Ferilli! Ah, ah… a’ ricciolì, devo dì che quanno te ce metti…
C: …quarche cosa la S’OO FFA’ pur’io, eh??
(seguono brindisi, grasse risate e, presumibilmente, un premio produzione. Il risultato del brainstorming è purtroppo disponibile da mesi su radio e tv di tutta Italia.)

Siamo tutti copy

6 dicembre 2009


Il distinto signore qui accanto regge un ombrello invece di un cartello, ma la sua faccia vale più di mille parole… di seguito, una personalissima selezione tra le molte lette, gridate, cantate, sorrise, ammirate ieri.

Le Cirque du Gran Soleil

16 novembre 2009

E i paesaggi assolati fintosiciliani. E il ristorante snobbettino con cameriere-ambrogino. E un terzo spot-meteora, dimenticabile. E… tutto scorre, nel circo della pubblicità alimentar-dolciaria italiana. Soprattutto quando ci si infogna e intestardisce su un prodotto che non incontra i gusti del pubblico. Quello che invece purtroppo resta, a tormentare i timpani dei poveri tele-radio-ascoltatori, è un jingle che definire stomachevole è poco.
Ma non siamo gli unici da compiangere. Pensate ai creativi che su quel prodotto imprecano da anni, riunioni su riunioni, brainstorming su brainstorming, degustazioni su degustazioni, e mai che si trovi l’idea giusta, il tono giusto (o forse: il brief giusto? E’ colpa dell’account!, è sbagliato il posizionamento, il target!). Altrimenti non si spiegherebbe il recente ricorso all’artiglieria pesante, con ben DUE testimonial famosi contemporaneamente, per l’ennesimo spot del “nettare degli dei” (che ciofeca di payoff!): una serie di salamelecchi tra una bionda nazionalpopolare e il suo grigio vicino di casa, che decantano le virtù digestive e rasserenanti (a proposito di aggettivi: è più esilarante o irritante, il parallelo sonoro tra il naming “Soleil” e il verbo “Solleva”?) di un sorbetto che nessuno, neanche il consumatore meno dieteticamente consapevole, neanche se lo facessero ai gusti di tè verde/aloe vera/uva fragola, ha intenzione di sorbirsi.

Rocco, Ruta e i tuberi

14 ottobre 2009

Ridurre il “Mister Big” nazionale (per me, anche regionale) a micro-icona ammiccante da bordo schermo, comprimerlo in 10-15?20?? secondi musicati da uno degli hit della disco anni 70, evitare rimandi troppo espliciti ma far leva sugli echi degli spot precedenti: chapeau agli autori del nuovo, ristretto, amidaceo spot tv!
E un buuuh! tardivo a quelli che invece, una decina di anni fa, invasero l’Italia con dei tremendi 6×3 in cui un’altra bionda, dentuta testimonial evocava le prerogative sexy dello stesso prodotto.

(Colonna sonora consigliata per la lettura di questo post: mancoaddirlo, questa.)